sabato 1 marzo 2014

Sanremo 2001, il panino della mamma


Sanremo, 2001. Penultima edizione del Rallye mondiale. Quello che sognavamo da bambini, quello che ci ha fatto emozionare la prima volta che abbiamo visto in azione la Subaru di McRae. Un sogno finito nel 2003, che ha lasciato ricordi indelebili.
Arriviamo in macchina, con il bagagliaio pieno di ogni genere di conforto per affrontare la notte in tenda sul Passo Teglia. 
Prima però la visita di rito a Sanremo, collassata di macchine con targhe di mezza Europa, con quel parco assistenza così affascinante ed assurdo allo stesso tempo. Due corsie strette tra il mare e la ferrovia, dove trovavano spazio i mezzi già parecchio ingombranti dei team ufficiali. Oggi sarebbe impensabile.
Posteggiamo, con la solita discreta botta di culo, vicino al porto, poi via, di corsa verso la pedana di arrivo. Le macchine stanno ancora passando, faccio in tempo ad arrampicarmi su una transenna per fare qualche scatto. Sainz, Bugalski, McRae, Makinen, Puras, Panizzi, Delecour. Quelle foto sono ancora lì sul muro di camera mia, credo che ci resteranno per sempre.
Passati i big, partiamo per la solita passeggiata in assistenza, in mezzo ad un fiume di gente che quel lungomare non vedrà mai più. Poco importa se riuscivamo a vedere poco o niente, l'importante era essere lì, al Mondiale. Fieri di aver già fatto fuori un rullino da 36, sperando in un risultato decente, perchè lo schermo della reflex digitale era ancora lontano e dietro ogni scatto c'era la speranza di una foto da poter mostrare agli amici invidiosi.
Passiamo in rassegna tutte le assistenze, poi ci infiliamo nel sottopasso, stranamente deserto. Solo due ragazzi seduti sugli ultimi scalini, con davanti una coppia sui 65, parlano francese. Ci fermiamo ad osservare la scena. Uno è tarchiatello, l'altro basso, asciutto, coi capelli a spazzola e la tuta abbassata a metà che lascia intravvedere un fisico da ginnasta fasciato nella t-shirt Citroen. Il ragazzo sorride, sa di averla fatta grossa. E' in testa al Rallye di Sanremo, alla prima partecipazione con la Xsara WRC ufficiale. La mamma gli porge un panino fasciato nella stagnola, lo stesso panino della mamma che è nello zaino di altre migliaia di ragazzi sulle prove speciali, il papà si complimenta con lui. Pochi attimi, poi i due ragazzi salgono le scale e vanno verso l'albergo, passando in mezzo alla folla che li ignora.
Quel ragazzo era Sebastien Loeb.




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